Era una riforma attesa da tempo dagli sportivi e gli addetti ai lavori, i quali oltre ai grandissimi danni subiti dall’inizio della pandemia hanno in questi ultimi mesi più volte denunciato la mancanza di tutele e diritti. Migliaia di persone che lavorano ed operano nel mondo dello sport si sono trovate isolate, perché spesso non riconosciuti come “lavoratori” e queste problematiche sono aumentate quando il Governo ha reso noti i decreti per aiutare lavoratori di varie categorie e livelli.

Il 26 febbraio è in questo senso una data storica, perché il Consiglio dei Ministri ha approvato cinque decreti legislativi di riforma dell’ordinamento sportivo, in materia proprio di lavoro sportivo, di semplificazioni e sicurezza in materia di sport, includendo il settore dilettantistico, unificandolo quindi a quello professionistico.

Nel testo è definito lavoratore sportivo «l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che, senza alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercita l’attività sportiva verso un corrispettivo al di fuori delle prestazioni amatoriali».

Oltre alle varie tipologie di contratti, obblighi nei confronti di Inail e Inps, viene disposta l’eliminazione graduale, entro il 1° luglio 2022, del vincolo sportivo, sia nel settore professionistico sia nel settore dilettantistico. Previsto anche un premio di formazione che la società professionistica è tenuta a riconoscere al momento della sottoscrizione del primo contratto da professionista dell’atleta a tutte le Asd/Ssd presso le quali l’atleta è stato iscritto nei settori giovanili.

Nel Decreto Sostegni sono indicate quindi anche le modalità per accedere agli aiuti:

“Per i collaboratori presso il Coni, CIP, le Federazioni Sportive nazionali, le discipline sportive associati, gli Enti di promozione sportiva (riconosciute dal Coni e Cip) e presso le società ed associazioni sportive dilettantistiche, che hanno cessato, ridotto o sospeso la propria attività in conseguenza dell’emergenza Covid-19, spetta un contributo che viene così determinato: a)euro 3600 per i collaboratori che nell’anno 2019 hanno percepito compensi fino a 10000 euro annui; b)euro 2400 per i collaboratori che nell’anno 2019 hanno percepito compensi tra i 4000 ed i 10 mila euro annui; c)euro1600 per i collaboratori che nell’anno 2019 hanno percepito compensi in misura inferiore a 4000 euro. Tali contributi si sommano a quanto già concesso da precedenti disposizioni e con dati già dichiarati alla Società Sport e Salute Spa. Non fa fede l’ammontare del contratto di collaborazione in essere per l’anno 2020 ed anche se lo stesso fosse di minimo importo (esempio 2000 euro annui) il contributo può anche superare la perdita di ricavo da attività sportiva fermo restando i redditi di riferimento del 2019”.